Walkera Vitus 320

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Walkera Vitus 320

Casa Walkera è da anni già famosa per la sua nutrita serie di elicotteri ma da qualche tempo ha iniziato anche la fabbricazione di ottimi droni ed accanto a quelli “racing” troviamo modelli più tranquilli e più dedicati alle riprese video.Il nuovo drone Vitus 320 è chiaramente ispirato al Mavic della DJI e sicuramente, nelle intenzioni di Walkera, c’è l’intenzione di fargli spietata concorrenza ma vedremo durante la nostra prova se stia riuscendo nel suo intento..

Come dicevamo, il Vitus ha una forte somiglianza con il Mavic ma se pur ispirato, è chiaramente un progetto diverso a parte forse l’idea dei braccetti pieghevoli chiaramente presa “in prestito” dal Mavic!Il Vitus 320 beneficia di tutta una serie di recenti accorgimenti atti a migliorare volo e sicurezza dei droni come ad esempio i sensori ad infrarosso per rilevare gli ostacoli.

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Anche i braccetti dei rotori sono ben progettati e sembrano davvero robusti mentre il corpo centrale del drone si distacca invece dall’estetica della maggior parte della concorrenza e a noi non pare copiato da nessun altro drone quadricottero. Il Vitus da aperto misura 229x279x113mm

La versione che noi di Genial Drone abbiamo testato è caratterizzata da una valigetta molto ben costruita e con un aspetto generale sicuramente solido. Contiene il nostro drone Vitus, il carica batterie e il radiocomando mentre batteria la troviamo montata direttamente sul corpo del Vitus.

Una volta estratto il drone dalle sue protezioni passiamo ad un veloce esame visivo.. il Vitus 320 sembra ben progettato ed anche ben costruito, il peso è non è davvero da peso-piuma: quasi 900 grammi, che sembrano ancora maggiori quando lo si valuta con i braccetti ripiegati.
Esteticamente gradevole e robusto è il sistema del posizionamento e bloccaggio dei braccetti sul corpo del drone.

Quindi:

  • Vitus 320 con batteria già montata LiPo 3S da 5200mAh
  • Radiocomando
  • Adattatore per Tablet
  • Eliche di ricambio, 2 CW e 2 CCW
  • Alcune chiavi esagonali
  • Due gommini di riserva per il gimbal
  • Cavo USB (micro)
  • Libretto di istruzioni, con garanzia e lista di tutti i componenti presenti nel bundle
  • Alimentatore (carica batteria) con presa EU

IL RADIOCOMANDO:

È il compatto Devo F8S con una portata dichiarata di 1.5 km a 2.4Ghz. Il segnale del video di ritorno in streaming digitale viene trasmesso a 1080P su una frequenza di 5.8Ghz. Non è chiaro se anche il ritorno video abbia una portata di 1.5 km.

L’unità di controllo esteticamente molto valida e di piacevole aspetto: con case tondeggiante e senza alcuno spigolo accentuato. Anche il radiocomando, come il drone stesso, è ripiegabile. Nella sua parte superiore è presente un supporto nel quale posizionare uno smartphone ma anche un tablet nemmeno troppo piccolo.

Il sistema delle antenne di ricetrasmissione è intelligentemente concepito per non creare interferenze con la massa dello smartphone o tablet poiché le antenne sono posizionate e rivolte verso il basso. Sono però purtroppo presenti anche i lati negativi:

Gli stick o meglio il materiale con cui sono costruiti non è certo piacevole come il resto del radiocomando poiché sono di ridotto spessore e la plastica usata a noi ha dato l’impressione di essere più economica ma potrebbe essere appunto solo una nostra idea. Neppure le molle di ritorno degli stick ci sono sembrate buone anche se poi, durante la prova, non si sono comportate malaccio.

Un bel grosso difetto REALE però lo abbiamo trovato sicuramente: non sappiamo se sia comune a tutta la produzione ma sul radiocomando da noi provato i led di status che indicano il livello di carica etc hanno una luminosità che è una matta esagerazione definirla tale poiché in piena e normale luce diurna non si capisce assolutamente se siano accesi oppure no! Non si vedono proprio!   Giudizio: “bleah!” L

Come dicevamo, durante la prova la radio si è comunque comportata bene; i vari passaggi fra le modalità di volo si selezionano mediante una rotellina circolare posta attorno al tasto centrale principale che comanda anche la funzione di Return to Home. I tasti che comandano le funzioni di videoripresa o foto sono posizionati sugli angoli superiori del corpo del radiocomando; sono ben raggiungibili ma noi li avremmo fatti colorati, il che non avrebbe affatto guastato.

Walkera VITUS 320 Drone con 3 assi fotocamera 4K Gimbal Ostacolo Evitare AR giochi Drone vs DJI Mavic Pro Spark
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(A partire dal: 2024/04/16 10:38 am - Dettagli
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COME VOLA?

Risposta immediata: non vola affatto male anche se rende inizialmente un poco perplessi a causa di alcuni comportamenti intrinseci al progetto ma che comunque fanno parte della personalità di ogni drone. Vediamo comunque…     Abbiamo eseguito il decollo in modalità “CSC” cioè posizionando gli stick verso il basso e il drone attiva subito i motori pur senza fare partire la rotazione poiché attende un controllo e conferma del pilota per iniziare a decollare.

Una volta dato l’ok, il Vitus decolla ma per i nostri gusti l’ascensione ci sembra un po troppo rapida e brusca come del resto il successivo atterraggio. Intendiamoci: non sono dei veri e propri difetti poiché, come abbiamo già visto, ogni drone è diverso e quindi si deve raggiungere la necessaria confidenza. I Walkera hanno una loro spiccata personalità alla quale ci si abitua in fretta.

Come sempre, noi di Genial Drone, consigliamo caldamente che prima di fare volare qualsivoglia drone, ci si legga assolutamente il manuale di uso quando presente. Solo così infatti si riusciranno a comprendere meglio le varie caratteristiche di volo e soprattutto sapere cosa fare e cosa NON fare per farlo funzionare nella maniera per la quale è stato progettato!

Bene, noi solitamente invece non lo facciamo perché siamo sia temerari che estremamente pigri e forse pure masochisti perché il più delle volte ci ritroviamo con comportamenti del drone che ci lasciano interdetti e spiazzati salvo poi rendersi conto, una volta aperto (di malavoglia!) il manuale, che erano previsti! J J hihiihihihi!!!!

Comunque, per questioni di sicurezza (!) e capire subito come si sarebbe comportato il nostro cinesone volante, noi siamo decollati (oddio: è decollato lui, noi eravamo prudentemente fuori portata delle sue eliche!) in modalità “Auto”, cioè con tutti i sensori disponibili inseriti, velocità ridotta e GPS attivato. Qui noi ci siamo ritrovati MOLTO perplessi perché ogni volta che rilasciavamo gli stick, il Vitus si “inchiodava” in aria letteralmente e pure brutalmente.

Ovviamente era colpa nostra poiché andandoci a leggere il manuale (sì, sempre di malavoglia!) abbiamo compreso che era inserita la modalità “BRAKE”, una modalità che nelle intenzioni dei tecnici Walkera serve per tenere lontani da guai aerei i novizi o coloro che hanno poco feeling durante i primi voli. Comunque a noi questa modalità non piace e siamo perciò passati a quella “MANUAL”; con questa il GPS è disattivato ma il volo è molto più fluido e non si avranno quelle brusche frenatone.

In modalità “SPORT” il Vitus è in grado di raggiungere le massime prestazioni velocistiche ma in questo caso è presente anche la modalità “BRAKE”, cioè la frenatura. Ricapitolando: “AUTO” velocità massima inferiore a 5 metri al secondo, “Brake Function” attivata e funzione “Altitude Hold”; “SPORT” idem come sopra per la frenatura ma con la velocità massima attivata.

DECOLLO & ATTERRAGGIO (sviluppi):

Con la applicazione per sistemi iOS e “Android Walkera Drone”, sarà possibile, dopo essersi connessi alla rete Wi-Fi creata dal Walkera Ground (cioè il radiocomando) selezionare sia il decollo che l’atterraggio in automatico.
Nella prima fase del decollo, il drone ci richiede è l’arming dei motori: prima dal radiocomando e poi si richiede una ulteriore conferma su uno slide verticale della app.
Successivamente a questi passaggi, il nostro Vitus decolla e con molta energia e grinta si posiziona a circa 3 metri di quota e in attesa di ulteriori comandi. Anche l’atterraggio avviene tramite la app, picchiettando sulla apposita icona e confermando il tutto con uno slide (questa volta orizzontale).

LA APP “WALKERA DRONE”

Eh no! Qui proprio non ci siamo granchè! Questa applicazione è parecchio simile a quelle di droni più prestigiosi ma la somiglianza finisce qui perché questa di Walkera, parafrasando il mai abbastanza compianto Paolo Villaggio, ha molta similitudine con una famosa “Corazzata Kotiomkin” come la chiamava lui e siamo certi abbiate perfettamente capito!

Innanzitutto i numeri dei vari status e le varie scritte dei parametri sono davvero piccolissimi e male posizionati sullo schermo, poi esistono ben DUE app parallele: la “Walkera Go” e la “Walkera Drone” il cui uso e funzioni non è assolutamente comprensibile immediatamente anche leggendo il manuale (giuriamo che stavolta lo avevamo letto prima!). Comunque, da quel che abbiamo compreso, la “Walkera Go” non è altro che un gioco a realtà virtuale mentre la “Walkera Drone” è la app che serve realmente a pilotare il Vitus.

Parlando del settore video, rileviamo che il gimbal della videocamera ammortizza efficacemente i vari movimenti e il suo funzionamento in tal senso appare ottimale. I rotori brushless sono bene accoppiati con le eliche e consentono al Vitus la necessaria potenza ed agilità. Nelle primissime e brevi impressioni di volo a noi è sembrato che anche la centralina di bordo lavori ottimamente; anche in hovering il drone non ha troppi movimenti deleteri, anche in presenza di brezze particolarmente sostenute; qui non sfigura affatto con il Mavic di DJI.

La camera frontale abbiamo visto che è stabilizzata da un gimbal a 3 assi ed ha un sensore da 12MP con capacità di filmare a 4K 30fps e 1080P a 60 fps. Il bitrate massimo per la registrazione è di 64Mbit/s. Il FOV è di 85° quindi immagini senza effetto fish-eye.Il drone Vitus 320 viene venduto in Italia a un prezzo indicativo di circa 1.190,00 euro comprensivo di case di trasporto, kit di elica di ricambio e 2 batterie. La cifra lo colloca un poco sotto al prezzo del Mavic DJI è fa intendere chiaramente che non si tratti di un drone giocattolo.

L’autonomia dichiarata da Walkera è di circa 20/25 minuti e durante le prove noi confermiamo corrispondere pienamente alla dichiarazione. Nel reparto videoriprese le cose vanno altrettanto bene poiché non si notano visibili dondolii o grosse vibrazioni, chiaro segno che il gimbal stabilizzato a tre assi fa ottimamente il suo lavoro.

SVILUPPI ATTUALI DEI DRONI….

Come sanno (si spera) tutti gli appassionati di droni, il sistema satellitare americano GPS serve anche ai droni per far conoscere ai microprocessori di bordo la posizione spaziale del drone; orbene, il VPS, acronimo di Visual Position System, tramite appositi sensori posizionati sotto alla fusoliera del drone o sempre più spesso tramite una telecamera, permette al drone di rimanere in “hovering” cioè fermo in volo anche in completa mancanza o interruzione del segnale del GPS.

Capovolgendo infatti il nostro Vitus, potremo notare (sulla parte sinistra dopo la telecamera principale di bordo), alcuni led a infrarossi e una piccola camera aggiuntiva che serve per l’appunto per individuare il posizionamento del nostro insettone volante anche senza le coordinate geospaziali GPS.

Il sistema ovviamente non può essere ad “altezza infinita” ma funziona egregiamente entro una altezza dal suolo che tipicamente si aggira sui 2 – 3 metri; in alcuni droni sicuramente anche un paio di metri in più ma mediamente la portata operativa è quella suddetta.

Sulla parte anteriore del nostro cinesone, troviamo invece gli utilissimi (pressochè ormai indispensabili) sensori per il rilevamento degli ostacoli, che equipaggiano anche praticamente tutti i droni Yuneec e DJI e che sono irrinunciabili per tutti i droni di fascia medio-alta e professionali salvo rare eccezioni.

Il sistema in uso più frequente è costituito da sensori ad infrarosso i quali, in presenza di forte luce, non sempre raggiungono la massima efficienza ma sicuramente in futuro tali sistemi sono destinati ad ampi miglioramenti.

A proposito: secondo noi di Genial Drone i sensori anteriori anti collisione del nostro Vitus, hanno appunto PARECCHIO margine di miglioramento..   Non ci sentiamo davvero di dichiarare che non funzionino ma a noi pare proprio che lascino parecchio a desiderare in quanto a portata e a potenza poiché la sensazione è che avvertano del pericolo solo quando l’ostacolo nei pressi del drone è parecchio vicino e pure grande!   A voi quindi le conclusioni.

FUNZIONI DI VOLO AVANZATE: ACTIVE TRACK FOLLOW

Come dicevamo, il Vitus decolla e atterra con alcune sue proprie bizzarrie a cui si deve prendere la mano ma nulla di troppo complicato. Quello che invece proprio non funziona bene sono le funzioni “Acrive Track” e “Follow” che ricordiamo, servono solitamente a tenere un soggetto precedentemente selezionato sempre inquadrato dai sistemi video di bordo; ebbene, con noi hanno funzionato malissimo funzionando solo 1 volta su 4.

Il software non è per nulla intuitivo e non si riesce assolutamente a capire quando e SE il soggetto selezionato è stato effettivamente “agganciato”. Anche in questo caso però, è un problema di sviluppo del software e quindi migliorabile in qualsiasi momento gli ingegneri di Walkera lo vogliano e noi gli consigliamo di farlo in fretta.

Ricapitolando, la Walkera con il Vitus non ha copiato DJI anche se è chiaramente ispirato ma ha seguito una sua filosofia di sviluppo e di software, con soluzioni sicuramente diverse da quelle adottate dal leader mondiale dei droni. Alcune cose sono ottime, altre MOLTO meno ma essendo il Vitus un prodotto nuovo, può sicuramente migliorare in ogni campo nel quale noi vi abbiamo rilevato consistenti difetti, sempre che sia intenzione di Walkera migliorarlo.

CONCLUSIONE FINALE:

Il nostro Vitus vola bene, i freni elettronici funzionano benissimo (anche troppo!) Ottima poi la tenuta con vento forte e la funzione “Return To Hom” è molto precisa.
La app è assolutamente da rivedere, i caratteri sono troppo piccoli e alcune funzione sono caotiche e andrebbero riordinate con maggiore criterio e logica.

Noi non siamo riusciti a far funzionare correttamente la “Active Track” e l’impressione è che purtroppo non sia affatto colpa nostra. I sensori anticollisione vanno assolutamente migliorati perché così come sono ora sono debolissimi e poco precisi. Ottimo invece il segnale video ricetrasmesso.

COME SCEGLIERE UN DRONE

 

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